Una freelance creativa e un mago della finanza digitale si incontrano in chat. Lei è palermitana, lui catanese. Entrambi lavorano nella città meneghina da più di vent’anni, assuefatti dalla scighera del sogno milanese. Due tizi ormai fuori posto al Sud, ma sempre alle prese con malinconie, voli low cost e vocali aperte al Nord. Due anime in pena che si incontrano, si perdono, si inseguono, si consolano con il mare della riviera ligure, lavorano troppo, si impasticcano, sniffano per reggere fatiche e competizioni, provano ad amarsi, si tradiscono, si fanno sgamare su Tinder, hanno gatti al posto dei figli e pochissimi amici veri su cui contare.
La loro è un’epopea struggente, quella dei siciliani a Milano al tempo di Instagram, come spiega Fulvio Abbate, racchiusa nel «microcosmo nascosto di una relazione sentimentale tra “emigranti” a loro modo intellettuali iperconnessi, digitalizzati, con i genitori che appaiono in videochiamata o in chat come santi evocati in un ex-voto contemporaneo, post era dei baby boomer».
Presentato da Fulvio Abbate al Premio Strega con il titolo Due fuori luogo e subito dopo ritirato dal commercio, in questa nuova versione rivisitata, La Scighera può finalmente occupare il posto che merita sugli scaffali delle librerie.
